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Lituania - Lettonia - Estonia: 
le tre Repubbliche Baltiche come non l'avete mai viste...

27 agosto 2019

Sono da poco passate le 10:00 e dopo aver ritirato la macchina a noleggio siamo in direzione dell'hotel. Questa nuova avventura comincia da Vilnius, la capitale della Lituania. Il cielo è sereno, il sole risplende e si sta veramente bene. Per tutta la vacanza sono previste belle giornate con una temperatura non inferiore ai 18°C, in poche parole basta mettersi una felpa pesante e la giacca può rimanere anche al suo posto. Avendo preso un albergo vicino al centro storico ci siamo dati l'opportunità di girare la città tranquillamente a piedi. Vilnius è molto accogliente, non sembrano esserci moltissime persone, forse è anche il periodo, e questo la rende relativamente spaziosa e intima al tempo stesso. Essendoci già preparati una lista delle principali attrazioni turistiche e i punti culturali più rilevanti della città, sappiamo già dove andare. Prima tappa: Torre di Gediminas. Questa antica costruzione, risalente al XIII secolo, venne poi utilizzata negli ultimi del '900 come torre di guardia di tutta la città. Attualmente è usata come punto panoramico. Scesi dalla torre ci dirigiamo verso la piazza centrale, dove si trova la Cattedrale di Vilnius. Lungo la strada costeggiamo un fiumiciattolo dove incredibilmente vediamo un gruppetto di una decina di femmine di Smergo maggiore - mergus merganser -. Contento del mio primo avvistamento di questa specie, continuiamo la passeggiata. Dopo la Cattedrale troviamo un posticino per pranzare e riposarci. Prendiamo un gelato particolare nella piazza, Katedros aikštė, e ci dirigiamo verso la Chiesa di Sant'Anna. Questa è una bellissima chiesa gotica baltica, di origine cattolico-romana. Seppur piccola, ha un fascino interessante. Un aspetto interessante di Vilnius è che ospita al suo interno una autoproclamata repubblica culturale indipendente: la Repubblica di Užupis. Patrimonio dell'UNESCO, Užupis corrisponde al vero e proprio centro storico della città, e in una delle sue piccole vie è possibile leggere la sua costituzione, ognuno nella propria lingua. 

28 agosto 2019

Terminata la mattiniera visita al KGB Museum, carichiamo la macchina per iniziare il nostro itinerario. A 27 km da Vilnius visitiamo il Castello di Trakai, un castello medioevale attualmente quasi del tutto ricostruito, situato sull'omonima isola all'interno del grosso lago Galve. La visita del posto è valsa quasi solamente per l'ambientazione del castello, dal momento che quasi tutto l'edificio è stato ripristinato nel 1961. Da Trakai iniziamo la risalita verso nord, diretti verso il sito archeologico di Kernave. Non appena usciti dal centro abitato i grossi edifici di cemento lasciano spazio a distese infinite di boschi, laghi, campi e piccole case in legno sparse qua è là. Questa è la vera Lituania. Il mio occhio da birdwatcher è sempre attento e poco prima di una curva, individuo un uccellone grigio in mezzo ad un campo. Gru - grus grus - !!!. Mia madre quasi inchioda in mezzo alla strada, fortunatamente non c'era nessuno dietro di noi, e trova al volo un punto in cui accostare. Svelto prendo lo zaino fotografico, tiro fuori tutto e piazzo il cannocchiale. Uno dei lifer più golosi della storia. Era da tempo che ne ero alla ricerca, spesso mancata per un soffio. Ma sta volta ce l'ho bene inquadrata nella reflex, e non mi scappa di sicuro. Tocca andare e diciamo ciao a questo splendido uccello migratore. Rimettiamo il navigatore satellitare per Kernave e ci accorgiamo di aver calcolato male i tempi, dal momento che il sito chiude alle 17, e ormai non faremmo più in tempo ad arrivare in orario. Decidiamo quindi di tirare dritti per Šiauliai, cittadina dove avevamo prenotato il prossimo albergo. Andando avanti con la strada, notiamo che quasi ogni casa che incrociamo ha posizionato vicino un supporto artificiale per il nido della Cicogna bianca - ciconia ciconia - e, dal momento che dovrebbero essercene ancora qualcuna in giro, iniziamo a farci più attenzione e di punto in bianco scorgiamo un nido ancora occupato. Due giovani Cicogne bianche sono accovacciate nel nido e un'occasione così non può essere persa. Entrati nella stradina privata che porta all'abitazione, ci fermiamo per non arrecare troppo disturbo agli animali, e inizio a scattare qualche foto. Dopo pochi minuti arrivano dalle nostre spalle in volo i due genitori dei cicognini, che dopo un paio di giri d'ispezione atterrano nel campo limitrofo alla ricerca di cibo. Nel frattempo la padrona di casa è venuta ad accertarsi che non fossimo dei malintenzionati, e non appena gli abbiamo indicato le Cicogne ha sfoderato un grosso sorriso e ci ha salutati. Bisogna andare e ci facciamo poco avanti per poter fare manovra e tornare sulla strada principale, ma la signora di prima, che era rimasta fuori, mi chiama e mi fa cenno di seguirla. Senza alcun motivo di non dovermi fidare la seguo con la reflex, e mi trovo davanti una terza piccola Cicogna che si lava le penne nel laghetto artificiale di loro proprietà. Non ci penso due volte ed inizio a scattare, l'uccello intanto esce dall'acqua, si fa due giri nell'erba e inizia ad allontanarsi. Allora la signora, pensando di compiere il gesto più gentile di questo mondo, le va dietro, la afferra con dolcezza per i fianchi, e me la porta. La Cicogna, palesemente impaurita, si pietrifica e viene lasciata per terra. Vista la buona fede della signora, non mi sono sentito di rimproverarla sul gesto appena compiuto, e mi sono goduto la scena. Un saluto alla donna, che non ha più infastidito l'animale, e risaliamo in macchina. Una scena assurda, ma che fa capire quanto sia forte il legame tra natura e uomo in queste regioni del mondo. Un gruppo di Starne - perdix perdix - attraversa la strada e siamo a Šiauliai. Avendo scelto un albergo situato sulla riva del lago, abbiamo l'occasione di cenare all'aria aperta con i colori del tramonto. Lascio a voi le considerazioni...   Prima di andare a dormire ci rechiamo a Hill of Crosses, la Collina delle Croci, una meta di pellegrinaggio spirituale e religioso per persone da tutto il mondo. Ci rendiamo subito conto del grave errore fatto ad esserci andati col buio. Sembra di stare in un film horror, tra le tetre croci e i rumori sospetti che sentiamo. Nell'oscurità qualcosa, probabilmente un animale, fa strusciare con forza dell'erba vicino ai nostri piedi, e la paura è talmente grande che torniamo di corsa in macchina e l'unico desiderio è di stare al più presto sotto le coperte.

29 agosto 2019

Una Sterna comune - sterna hirundo - ci accoglie alle prime luci del mattino sui paletti in mezzo al lago e un altro giorno sta per cominciare. Torniamo a Hill of Crosses e, con il favore della luce del sole, devo ammettere che è un posto molto affascinante. Ci sono molti pellegrini, un ragazzo a cui diamo un passaggio, per esempio, ci è venuto da solo dal Giappone. L'itinerario di oggi prevede una discesa di circa 120 km verso il parco regionale di Anykščiai, dove saliremo sul Treetop Walking Path. Lungo la strada abbiamo modo di godere della compagnia di numerose specie d'uccelli: decine e decine di Gru, Pavoncelle - vanellus vanellus -, Pivieri dorati - pluvialis apricaria -, Poiane - buteo buteo -, e persino una rarità scovata nel bel mezzo di un campo: un'Aquila anatraia maggiore - clanga clanga -!. Il Treetop Walking Path è un percorso pedonale sopraelevato di circa 300 metri, costruito all'altezza delle cime degli alberi in modo da avere a portata di mano la chioma degli alberi, come il Pino silvestre - pinus sylvestris -, l'albero predominante di tutto il panorama baltico, caratterizzato dall'evidente color mattone della parte superiore del tronco. Terminata la passeggiata sul percorso, ci avventuriamo a terra per uno dei sentieri che diramano dal centro visite. Vediamo delle Nocciolaie - nucifraga caryocatactes -, i Picchi rossi maggiori - dendrocops major -  e delle altre Gru in volo sopra il bosco, ma d'improvviso inizia a piovere, e decidiamo di tornare alla macchina. La prossima destinazione è Biržai, una piccola città nel nord della Lituania, scelta dal sottoscritto per la presenza di una gigantesca biosfera boschiva che ricopre circa 176,84 km². La foresta costituisce uno dei più grandi areali di nidificazione di bellissime specie come l'Allocco degli Urali - strix uralensis -, la Cicogna nera - ciconia nigra -, il Fagiano di monte - lyrurus tetrix - e il Gallo cedrone      - tetrao urogallus -, e ospita anche numerose specie di mammiferi tra cui il Lupo - canis lupus -, la Lince rossa - lynx lynx -, il Cervo nobile - cervus elaphus -, il Capriolo                - capreolus capreolus - e l'alloctono Cane procione - nyctereutes procyonoides -. La sistemazione trovata qui a Biržai è un piccolo B&B praticamente all'interno della riserva, sul margine sud dell'area boschiva. Scelta effettuata dal momento che in famiglia fin da piccoli abbiamo questo "vizio" di fare uscite notturne in macchina, che noi impropriamente chiamiamo "safari", per provare a osservare gli animali che di notte si trovano sul ciglio delle strade e che le usano come via di passaggio. Dopo aver parlato con i proprietari del B&B, il morale è un po' sotto i piedi poiché ci hanno spiegato che per riuscire a vedere l'Allocco degli Urali, una delle specie target del viaggio, ci vuole molto tempo e molta fortuna: insomma, in una sola notte è praticamente impossibile. Se però c'è un grosso pregio nel carattere della mia famiglia, è di sicuro quello di non ascoltare quasi mai quello che ci dicono in situazioni simili: per i La torre nulla è impossibile. Saliti in macchina, al termine della ottima cena, ci inoltriamo nella fitta rete di strade sterrate da cui l'intera riserva è suddivisa. La pioggia del pomeriggio è cessata, e sulla strada ci tocca fare uno slalom continuo per evitare di schiacciare rane e rospi usciti allo scoperto. Alla terza curva, un centinaio di metri lontani dal B&B, i potenti fari della macchina illuminano di colpo un grosso strigiforme intento a mangiare un rospo nel bel mezzo della strada. Secondo voi di che uccello si tratterà?! Esattamente, uno splendido Allocco degli Urali ci sorprende con uno degli incontri più inaspettati di sempre. Ci fissa per qualche secondo con i suoi giganteschi occhioni neri, forse abbagliato dai fari, per poi spiccare il volo e sparire tra gli alberi con il favore dell'oscurità. Spettacolo. Il nostro safari continua, ma non vedremo niente di più che il bagliore degli occhi, sempre per via dei fari, e il sedere sfuggente di una volpe.  

30 agosto 2019

Inizia un Merlo - turdus merula -, si aggiunge un Pettirosso - erithacus rubecula -, e in fine si aggregano tutti gli altri uccelli che alle 5:00 di mattina danno ufficialmente l'inizio del nuovo giorno. L'uscita presto, decisa la sera prima, si rivela più proficua e interessante di quanto pensassi. Non appena ci inoltriamo fuori dal sentiero veniamo accolti da due Picchi cenerini - picus canus -, lifer, che riposano sulla cima di due alberi secchi. Un Succiacapre - caprimulgus europaeus - si invola dai nostri piedi, avendolo svegliato di soprassalto. In volo dal bosco arriva un bellissimo Picchio nero - dryocopus martius - che spodesta uno dei Picchi cenerini, giusto il tempo di una foto, seppur nascosto da un dannato ramo. Ci addentriamo in un fiabesco bosco nella speranza di vedere, questa volta di giorno, l'Allocco degli Urali, e chissà magari anche il Picchio tridattilo - picoides tridactylus - o il Picchio dorsobianco - dendrocopos leucotos -. Nulla di tutto ciò si palesa ai nostri occhi o alle nostre orecchie, purtroppo, bensì veniamo sorpresi dalla presenza di una specie di mosca, più simile ad una zecca, che inizia a darci il tormento infilandosi tra i capelli e sotto i vestiti, costringendoci purtroppo a tornare indietro per darci una ripulita. Dalla stanza osserviamo due Falchi di palude     - circus aeruginosus - fare su e giù sul fiume dinnanzi il B&B, e un paio di Caprioli che si riposano tra l'erba fresca di un campo poco distante. Un caloroso saluto ai proprietari di casa, che ci regalano un palco di Cervo nobile vista la cordialità e l'amicizia instauratasi, e si riparte. Il castello di Bauska è la prossima destinazione, a metà strada tra Biržai e Riga. Ci lasciamo la Lituania alle spalle, perché varcata la frontiera siamo entrati nella seconda Repubblica Baltica del nostro viaggio: la Lettonia. Purtroppo, come per Trakai, anche il castello di Bauska, medioevale di origine, è stato completamente ristrutturato. Se devo essere onesto, andando avanti con il viaggio ci si rende conto che c'è  un fattore che questi posti ancora non conoscono molto bene, ed è quello del turismo. Un castello quasi completamente vuoto, pochi cenni storici, come quello di Trakai, che non lascia nulla nella memoria del turista. Per esempio, per chi fosse stato in Germania, il castello di Neuschwanstein è dieci spanne sopra per quanto riguarda ambientazione e attrazione turistica. Ci godiamo comunque un'altra bellissima giornata e arriviamo a Riga, la capitale lettone. Secondo me, che di architettura non ci capisco nulla, sia chiaro, Riga è una delle città europee più belle che io abbia visitato. Essendo una città relativamente moderna, gode di una vita adatta ai giovani ed è pervasa da un'atmosfera molto accogliente e spensierata. L'hotel, il Rixwell Konventa Seta, si trova esattamente al centro della parte storica della città, e al contrario di quanto possiate pensare, non è costato molto, cosa che secondo me è sempre legata al fatto che il turismo ancora è poco sviluppato qui. Esso si trova all'interno di una specie di porticato privato, in muratura, collegato ai quattro punti cardinali con il resto della città da quattro archi. Ambientazione da 10 e Lode, vivamente consigliato. L'unica scomodità è il parcheggio, trovato lungo il fiume a pagamento a circa 500 metri, da percorrere a piedi essendo il centro interamente pedonale. Gli edifici di Riga si rifanno molto allo stile sovietico, d'altronde la dominazione russa è durata circa 200 anni. Oltre a ciò però, sono presenti anche edifici che adottano uno stile più simile a quello dell'Europa del nord, come la Danimarca e l'Olanda: edifici stretti, con tetti triangolari e spesso ognuno diverso dall'altro per decorazioni e forme. I monumenti che vediamo a Riga sono diversi, ma purtroppo essendo arrivati di lunedì, la maggior parte di essi sono chiusi alle visite e possiamo ammirarli solo dall'esterno. Vanno ricordati i Tre Fratelli, le tre case più antiche di tutta la città; la Cattedrale di Riga, la Casa del Gatto e la Casa delle Teste Nere. Quest'ultima è di sicuro la più appariscente, sia per forme che per colori, situata in una delle piazze centrali del centro storico. Riga in generale è una città molto colorata, e porta un po' di allegria e di felicità nei nostri animi.

31 agosto 2019

A 25 minuti di macchina da Riga si trova il Kemeri National Park, il secondo parco nazionale per dimensioni della Lettonia. Arrivati la mattina, verso le 9:00, un Picchio rosso mezzano - dendrocoptes medius - ci da il benvenuto nel parco proprio dall'albero nel centro del parcheggio del centro visite, altro lifer e la giornata non può iniziare in maniera migliore. Il primo percorso che facciamo è secondo me quello che sarà il più bello di tutta la vacanza. Nel centro del parco , nel corso degli anni, l'alternanza delle piogge e la costituzione del terreno hanno favorito la formazione di un ambiente unico nel suo genere. Se in inglese si chiama solamente "bog", in italiano il suo nome deriva dalla descrizione dell'ambiente stesso: un'alternanza di acquitrini, posti nel terreno spugnoso, ricoperto d'erica, con qualche albero qua e là, formano un ambiente paludoso, acquitrinoso, simile ad una torbiera. Una lunga passerella permette di percorre un anello nel centro di questo affascinante ecosistema. Come avrete capito, l'ambiente di cui parlo è proprio lo sfondo di questa stessa pagina. Terminato il giro, con un sole che spacca le pietre sulla testa, ci portiamo in un'altra zona della riserva, più verso la costa, dove una grossa palude si estende per diversi chilometri. Qui osserviamo molti Cigni reali - cygnus olor -, dei Fistioni turchi - netta rufina - e poco altro. Ambiente relativamente vuoto da animali, il periodo in effetti non è dei migliori, trovandoci allo scadere della nidificazione e agli inizi della migrazione autunnale. Non ci diamo per vinti, e a forza di camminare per la riserva vediamo una Volpe attraversare la strada di fronte a noi. Sembra quasi dirci "dovete insistere!". Dopo pranzo, lo stesso Picchio rosso mezzano mi tiene compagnia per diversi minuti e ho il tempo di scattargli qualche fotografia. Si fanno le 17:00 e ci rechiamo in macchina in una zona molto isolata della riserva, che il ragazzo al centro visite ci aveva per l'appunto indicato come luogo adatto a vedere qualche mammifero.  Capiamo di essere nel posto giusto quando iniziamo a vedere alcuni Caprioli, nei campi limitrofi alla strada, che mangiano indisturbati. Ci addentriamo nella riserva e troviamo una torretta d'avvistamento per il birdwatching in una zona con dei campi incolti, racchiusi dal folto bosco di Kemeri. Cannocchiale piazzato e scrutando la zona in cerca di qualcosa, ecco che inquadro casualmente un gruppo di quattro Cigni selvatici - cygnus cygnus -, ancora un lifer. Guardo intorno e vedo che i cigni sono 7, divisi in due gruppetti su due campi diversi. Inizia a fare buio pian piano e un piccolo breve safari all'imbrunire ci sta tutto. Mentre giriamo sentiamo un calpestio di foglie e rami venire dal bosco. Scendiamo dalla macchina per provare a vedere e sentire meglio e la creatura emette un fortissimo e spaventoso e rauco grido che ci fa gelare il sangue e di corsa di rintaniamo in macchina. A mente lucida ragiono e ricordo che quello è il verso d'allarme del Capriolo... Che paura però. Ritornando nei pressi dei campi dei Cigni selvatici, una Beccaccia - scolopax    rusticola -, sfreccia nel buio davanti alla macchina e si posa proprio sulla strada davanti a noi. Tento di farle una foto sporgendomi dal finestrino, ma la messa a fuoco col buio non è perfetta... mi accontento e sto per richiudere il finestrino, quando le mie allenate orecchie captano qualcosa. Se non fosse stato per la Beccaccia, non ci saremmo mai accorti che nascosto tra gli alberi chissà dove, al chiaro di luna, un grosso ungulato sta intonando una delle serenate d'amore  più gutturali di tutto il regno animale. Siamo quasi a settembre e il periodo del bramito del Cervo nobile - cervus elaphus - sta cominciando. Rimaniamo un'ora ad ascoltare questo spettacolo della natura. I Cigni selvatici decidono che è ora di andare a dormire e, svolazzando davanti a noi, emettono il loro flight-call tipico, che assomiglia a tante piccole trombette che si alternano in una casuale melodia. Bramito e cigni. La magia della natura tutta dentro le nostre orecchie. 

1 settembre 2019

Una lauta colazione riempie i nostri stomachi e decidiamo di ultimare la visita di Riga. Questa mattina vediamo la Torre delle Polveri, antica postazione di guardia del centro storico anticamente inclusa nella cinta muraria, e la Porta Svedese, un arco con sottopassaggio che costituisce un vecchio accesso alla città vecchia. Salutata Riga, ancora più contenti e vogliosi di scoprire nuovi posti, intraprendiamo quello che sarà il viaggio autostradale più lungo della vacanza. In Lettonia, infatti, i nostri giorni finiscono qui. La meta ora è Pärnu, in Estonia. Sono circa 190 i chilometri da percorrere prima di arrivare in una delle città costiere più importanti dell'Estonia del sud. Quasi tutto il tratto autostradale è lungo mare anche se, per via del fitto e costante bosco di Pino silvestre, il Mar Baltico lo vedremo quasi solamente una volta arrivati a Pärnu. Non sono previste soste, così da permetterci una visita della cittadina e, chissà, magari anche un tuffo in acqua. Sono le 15:00 quando arriviamo e i caldi raggi solari ci spingono prepotentemente fino alla spiaggia. Larga una trentina di metri, se non di più, la spiaggia di Pärnu è una delle più vaste e spaziose che io abbia mai visto. La bassa marea fa il suo lavoro, sia chiaro, perché una volta in acqua, prima di arrivare a punti in cui non si tocca, bisogna oltrepassare almeno una cinquantina di metri di secca, dove il mare non supera l'altezza dell'ombelico. Facciamo una lunga passeggiata verso sud dove, grazie a Google Maps, avevo visto la presenza di un'area naturale paludosa, con tanto di canneto e incolti. Una Pantana - tringa nebularia - e delle Marzaiole - anas querquedula - cercano cibo nella bassa acqua di un torrentello, sfociante nel Mar Baltico. Decido che domattina ci tornerò poco dopo l'alba.

2 settembre 2019

Alle 6:00 siamo già all'inizio del percorso della riserva, il sole è sorto da non molto. Tutto è calmo, una giovane Cannaiola comune - acrocephalus scirpaceus -, probabilmente nata quest'estate e pronta al lungo viaggio migratorio che la porterà in Africa, intona timidamente qualche nota del suo grattuggioso canto. Saliamo su di una torretta d'osservazione e iniziamo a scrutare l'ambiente. Sulla spiaggia un gruppo di Gabbiani reali nordici - larus argentatus - si scalda sotto i primi raggi solari, ma tra di loro ne spunta uno, un giovane, molto più grande. Guardandolo bene subito mi rendo conto di trovarmi di fronte ad un giovane Mugnaiaccio - larus marinus -, un grosso gabbiano tipico del nord Europa. E' lui il mio primo lifer estone! Continuando a guardare lungo la spiaggia, in lontananza, vedo un gruppo di Cornacchie grigie - corvus cornix - che è in fermento sulla sabbia, tra qualche grosso e scuro ammasso di alghe. Mi sembrano agitate e, grazie al ricordo di alcuni documentari visti anni fa, cerco di guardare tutto più attentamente, sperando di inquadrare nel cannocchiale quella che penso sia la causa della confusione dei corvidi. Non mi sbagliavo, infatti uno di quei grossi elementi scuri, che da questa distanza avevo contrassegnato come alghe, è in realtà una grossa Aquila di mare - haliaeetus albicilla - che riposa, adagiata sulla sabbia. Scendiamo sulla spiaggia e ci iniziamo ad avvicinare, sperando di non farla involare. Dei Corrieri grossi - charadrius hiaticula - e dei Piovanelli pancianera - calidris alpina - si trovano già sulla spiaggia, e ci terranno compagnia nell'osservazione del grosso rapace. Dopo un centinaio di metri, ci fermiamo e ripunto il cannocchiale in direzione dell'Aquila di mare. Non la vedo più. Ma come, si è involata e non ce ne siamo accorti?? Alzo lo sguardo e ad occhio nudo la intravedo in volo sopra la superficie dell'acqua. Guardo meglio e noto che un gabbiano la sta infastidendo. Iniziano a fare avanti e indietro davanti a noi e, cercando di non perdere altro tempo, premo REC, così da avviare la registrazione del filmato sulla reflex. Mentre riprendo tutta la scena mi rendo conto che la realtà dei fatti è un'altra. L'Aquila di mare, essendo un individuo ancora immaturo, sta provando ad afferrare con i possenti artigli il povero gabbiano, forse per fame, forse come allenamento o forse per scacciarlo semplicemente dal proprio territorio. I due si inseguono per una manciata di secondi. L'Aquila, grazie ad un'incredibile manovra aerea, afferra finalmente il gabbiano, il quale però riesce a divincolarsi e a buttarsi in acqua. Il gioco finisce qui, e la maestosa Aquila continua il suo volo verso Nord, sparendo nel nulla. Dopo una breve visita nel centro di Pärnu, siamo di nuovo in viaggio. Siamo diretti verso uno dei parchi nazionali estoni più estesi del paese: il Matsalu National Park. L'alloggio, una grossa bifamiliare ormai adibita a B&B, è situato a un centinaio di metri dalla torretta d'osservazione ornitologica più importante del parco. Infatti proprio da questa torretta è stato stabilito il record europeo di specie osservate in una singola giornata da un singolo punto d'osservazione: 128 specie. La torretta è situata al centro di alcuni prati incolti, con la costa e una zona acquitrinosa poco distante. Inoltre è possibile scrutare tutta la superficie marina della baia di Matsalu. Il tempo non è affatto dei migliori, vento forte e pioggia imperversano su Matsalu, ma di sicuro non rimango chiuso in casa. Impermeabile, cappello e guanti e si esce. Arrivato alla torretta, subito le prime bellissime specie si mostrano ai nostri occhi: Cutrettole     - motacilla flava -, Pispole - anthus pratensis -, Prispoloni -  anthus trivialis -, Oche selvatiche - anser anser -, Pavoncelle, Germani reali - anas plathyrhynchos -, Alzavole        - anas crecca -, Fischioni - mareca penelope -, Aironi bianchi maggiori - casmerodius     albus -, Aironi cenerini - ardea cinerea -, due Aquile di mare, Cigni reali, Gru e chi più ne ha più ne metta. Benché la migrazione non sia ancora nel vivo, di sicuro ci troviamo di fronte ad un più che modesto inizio. Nel mare cerco qualche anatra marina, dal momento che la migrazione autunnale comporta, a queste latitudini, un imponente afflusso di anatre marine, che vengono a svernare nell'Europa centro-meridionale. Specie come l'Edredone - somateria mollissima -, la Moretta codona - clangula   hyemalis -, l'Orco marino e l'Orchetto marino - melanitta fusca & melanitta nigra -, e il Quattrocchi - bucephala clangula -. E' proprio quest'ultima specie che trovo nel bel mezzo della Matsalu Bay. Vedo numerosi maschi e femmine immergersi e riemergere poco dopo. Purtroppo veramente troppo lontani per una foto, già nel cannocchiale sono un puntino. Tuttavia, questo bellissimo lifer mi costerà un 38,5 di febbre per il resto della vacanza...

3 settembre 2019

Dopo una notte di tribolazioni e sofferenza, a causa della forte influenza, devo farmi forza e affrontare una nuova giornata, ventosa come quella precedente, ma per lo meno soleggiata. Oggi era previsto un bel giro per tutta la riserva, nei luoghi più nascosti e isolati, con la speranza di vedere l'Alce - alces alces -, il più grosso ungulato europeo, che vive e si riproduce qui a Matsalu, e che adesso sta entrando, come il cugino Cervo nobile, nel periodo del bramito. Prendiamo una stradina sterrata in mezzo a dei campi e un numeroso gruppetto di Falchi cuculi - falco vespertinus - ci sorprende, aspettandoci appollaiati sui paletti a bordo strada. Probabilmente stanchi per la migrazione, non si spaventano all'avvicinarsi lento della macchina, e riesco a scattare qualche foto e a registrare un paio di video. Dovendo proseguire, piccoli rapaci si involano nel campo, e così facendo salutiamo quella che sarà l'ultima specie selvatica vera e propria di tutto il viaggio. Purtroppo, a causa mia, non riusciamo ad andare troppo oltre, e sento vivamente il bisogno di riposarmi. Gambe in spalla e spalle in gamba, si riparte. Arriviamo nel tardo pomeriggio nell'ultima tappa di questa lunga avventura: Tallinn. I miei ricordi di Tallinn si fermano a ciò che ho visto dalla macchina, con 39 di febbre. Gli altri dicono che anche la capitale dell'Estonia è una città che vale assolutamente la pena di visitare. Io, a malincuore, non posso darvi la stessa opinione. 

4 settembre 2019

Passo quasi completamente a letto l'ultimo giorno del viaggio. Gli unici spostamenti che riesco a compiere sono dal letto al bagno, e viceversa... Che amarezza...

Le foto che gli altri mi mostrano ritornati dal giro della città, mi fanno veramente dispiacere di non poter vedere con i miei occhi la sconosciuta e sottovalutata bellezza di questo posto. Da quel che capisco dalle foto, la città vecchia si trova su una collinetta ben rialzata dal centro della città. L'architettura delle case e degli edifici è molto piacevole agli occhi, e i colori delle case la rendono molto viva. Ci sono anche, nella parte bassa, vicino al nostro ostello, il Tabinoya Tallinn Hostel, i residui delle vecchie mura di protezione della città. E' tutto molto affascinante, dal momento che sembra di stare ancora nel bel mezzo del Medioevo.

5 settembre 2019

Alle 9:00 di mattina abbiamo il volo dall'Aeroporto di Tallinn, che ci porterà a Riga. Da qui ci aspetta il diretto per Roma. Si chiude così questa lunga, bellissima, magica, unica  e inaspettata avventura nelle tre, fidatevi di me, ancora sconosciute Repubbliche Baltiche...

 

A presto!

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